martedì 4 dicembre 2012

Recensione: Hell on Wheels






Hell on Wheels è una serie televisiva western ambientata nel 1865 negli Stati Uniti appena usciti dalla guerra civile tra Nord e Sud. Il titolo si traduce letteralmente con "L'inferno su ruote" (o rotaie in questo caso) e indica l'agglomerato di tende e casupole che ospitava saloon, prostitute e case da gioco a seguito degli operai dediti alla costruzione della First Transcontinental Railroad, ovvero la prima ferrovia transcontinentale americana.

La storia si apre con gli omicidi commessi per vendetta da un soldato confederato, Cullen Bohannon, interpretato da Anson Mount. Tornato a casa da sconfitto dopo la guerra infatti Bohannon scopre che è stata rasa al suolo. Sua moglie è stata violentata da un drappello di soldati dell'Unione e poi impiccata a una trave e il loro bambino è stato chiuso nel fienile e bruciato vivo insieme alla tata di colore che accompagnava Bohannon da una vita.
Scoperti i colpevoli quindi Bohannon, alle apparenze un pistolero che ama il Sud e fa fatica ad accettare la sconfitta, si mette sulle loro tracce. La prima puntata inizia infatti con una serie di brutali omicidi che lo portano fino al cantiere della ferrovia Union Pacific, dove la sua prossima vittima lavora come supervisore. Si fa assumere, fingendosi un ex schiavista per compiacere il suo capo, guadagnandone la fiducia, ma al contempo ingaggiando una serie di scene molto combattute con Elam Ferguson (Common), un ex schiavo mulatto che si propone come leader dei lavoratori di colore al cantiere. (Non vi racconto altro per non spoilerare)

La condizione degli schiavi e dei confederati nel film è molto particolare. Entrambi i gruppi infatti fanno fatica a mettersi al passo con la nazione americana. Il razzismo è un elemento molto forte, perchè sebbene formalmente gli schiavi siano stati liberati con la vittoria del Nord nella recente guerra, vengono comunque pagati di meno, trattati peggio degli altri e devono sobbarcarsi turni di lavoro sfiancanti. Era loro vietato l'ingresso nei saloon, nelle case da gioco e di piacere. La ghettizzazione, se così vogliamo definirla, era palese e non si faceva proprio nulla per nasconderla. Allo stesso modo i confederati venivano derisi dai "vincitori", soprattutto dai soldati dell'unione, che spesso travisavano i fatti accaduti in guerra per ridicolizzarli ulteriormente. In tutto questo la società dell'Ovest, fatta da cowboy e pistoleri, sembrava arrancare dietro al progresso del telegrafo e della ferrovia.

I problemi interni a Hell on Wheels accompagnano il sempre presente conflitto con gli indiani. La Sioux Nation (che comprendeva svariate tribù come i Lakota, i Dakota e i Cheyenne) infatti intende sconfiggere l'enorme "cavallo di ferro" e scacciare i bianchi dai propri territori. L'inizio delle ostilità è dato dall'attacco a una piccola spedizione di cartografi capitanata da Mr. Bell, accompagnato da sua moglie Lily (una splendida Dominique McElligot). L'obiettivo di Bell era quello di tracciare il percorso della ferrovia in modo che non attraversasse i territori sacri degli indiani, ma quando viene brutalmente massacrato dalle stesse tribù che cercava di tutelare, l'unica erede delle sue mappe resta la giovane moglie Lily.

La prima cosa che colpisce di Hell on Wheels, oltre alla storia, è la cruda realtà che viene presentata senza fronzoli agli spettatori. A differenza di molti altri film o telefilm western che mostravano prostitute sempre imbellettate e ammalianti o cowboy al massimo impolverati in cittadine sempre piazzate in un ipotetico deserto, qui i fatti storici vengono presentati correttamente. Le prostitute venivano considerate meno di zero. A volte venivano uccise dai clienti, ma non v'erano indagini in merito: erano solo... animali da piacere. A chi importava? Le donne al seguito di Hell on Wheels si dividono tra mogli devote e quasi sempre chiuse in casa e l'allegra brigata delle prostitute. Il diavolo e l'acqua santa. Silenziose e chiuse le prime almeno quanto sono sboccate, volgari ed esagerate le altre. Le prostitute nella serie non sono così carine come le si vede nei vecchi film di Sergio Leone. Non portano bei vestiti ma piuttosto straccetti che scoprono più che coprire. Si ubriacano di continuo, organizzando serate nel loro bordello a base di alcolici, sesso a pagamento e canzoni volgarissime per intrattenere i clienti in attesa del loro turno.
Le signore non hanno quasi mai i vestiti puliti. A Hell on Wheels infatti piove, a differenza delle immense praterie sempre soleggiate mostrate nei vecchi western. E quando piove il manto stradale si trasforma in una poltiglia di fango e melma, che sporca gli orli degli abiti, annerendoli irrimediabilmente. Non li si poteva lavare di continuo: spostarsi al fiume con gli indiani sempre pronti ad attaccare era pericoloso.

Un'altra cosa molto interessante è il fatto che la serie mostra come gli americani nella costruzione delle ferrovie fossero pochi e quasi sempre ai posti di comando. Gli operai erano infatti quasi tutti immigrati irlandesi, tedeschi o ex schiavi alla ricerca di un lavoro. I pochi tentativi di scioperare per ottenere condizioni di lavoro più umane venivano sempre soffocati con la minaccia di far arrivare un altro treno pieno di lavoratori e licenziare tutto il resto: vi era infatti più domanda che offerta e quindi trovare dei nuovi operai era semplicissimo.

Questa serie televisiva mi ha colpito per l'intensità dei personaggi, oltre che per il realismo nel mostrare come vivevano queste persone e quali erano i conflitti che continuavano a trascinarsi anche dopo la fine della guerra. Non c'è mai il "buono" o il "cattivo", ma piuttosto esiste tutta una fascia che si colloca nel mezzo. I principi che guidavano i pistoleri e i primi imprenditori americani non erano i nostri, quelli della società "moderna" e quindi alcune azioni o ragionamenti potrebbero sconvolgere lo spettatore, che tuttavia farà presto a immedesimarsi in questo telefilm mai noioso.

Posso dire di non aver condiviso alcune decisioni degli sceneggiatori nella seconda serie ma nel complesso come appassionata di Western consiglio Hell on Wheels a tutti, magari in lingua originale, per non rischiare di perdersi i "mugugni/grugniti" di Bohannon con il doppiaggio.

Buona visione!



2 commenti:

  1. Wow! Certo questo non deve essere un telefilm "facile", ma sicuramente interessante da guardare.
    I personaggi non sono tutti belli e aitanti e, anche se problematici, di base buoni (come i nostri amati corrieri) ma le loro storie devono comunque essere coinvolgenti. A me hanno colpito soprattutto quelle di Bohnannon e di Lily Bell.

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  2. A me avevano presentato il telefilm come "Mh, bellino, ma il protagonista (Bohannon) mi è antipatico quindi non l'ho visto tutto". Ecco se si cerca il pg tutto carino, sempre pulito e buono che fa sempre la cosa giusta, ovvio che risulti antipatico. Le prime due o tre puntate tra l'altro sono molto crude e lo presentano sotto una luce molto brutta. Ma a me alla fine è piaciuto per questo. Sono diventata una fan di Bohannon col tempo, apprezzo il suo essere "vero", quel mugugnare che secondo lui è una risposta ma che di fatto gli permette di non schierarsi, il fatto che ha un'etica molto forte, distorta rispetto ai nostri canoni moderni... ma è uno di quelli che se fa una promessa morirebbe pur di mantenere la parola data. Non si arrende mai Bohannon, è un cowboy vecchio stampo che nasconde molti segreti e sorprese che rivela nel corso delle due serie. :)

    Trovo inoltre che l'attrice che fa Lily sia bellissima, di un volto etereo e decisamente azzeccato per il personaggio. La chiamavano "The fair maiden of the West", ma spiazzava tutti perchè era una donna con gli attributi. Non si spaventava e anche se a volte nel corso delle puntate risulta odiosissima, anche se compie scelte discutibili per le quali perde rispettabilità agli occhi della gente (non dimentichiamoci la società puritana dell'epoca, o eri una donna rispettabile o diventavi automaticamente una poco di buono da due cent), ha sempre camminato a testa alta. Ricordo una scena (non dirò molto in merito per non spoilerare) in cui:
    Pg 1: L'avresti uccisa davvero?
    Pg 2: Diamine amico, prima che potessi pensarci mi aveva già puntato contro una pistola, se fosse morto qualcuno sarei stato io con un buco proprio in fronte.
    Questa è Lily Bell. :)

    Non ho menzionato inoltre il personaggio di Eva, una ragazza rapita dagli indiani. Per una volta non si mostrano le donne rapite come squaw (spesso vediamo nei film o telefilm che tornano dopo essersi sposate e che sono state trattate bene). Eva è stata usata per il sollazzo dei guerrieri, in modo anche molto brutale. L'hanno marchiata con un tatuaggio in faccia perchè i bianchi sapessero da chi era stata usata. Si vende come prostituta quando torna a Hell on Wheels ma abbassa la tariffa perchè nessuno vuole andare con una prostituta sporcata dai musi rossi.
    Ebbene anche lei si dimostrerà molto forte, rozza, discutibile, ma forte. Ne sa qualcosa Mr. Elam Ferguson. ;)

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