lunedì 28 gennaio 2013

Intervista esclusiva ad Anson Mount, direttamente da Hell on Wheels





Anson Mount è una di quelle persone con le quali, da appassionata di Western, chiacchiererei per ore e ore senza mai stancarmi. Alla soglia dei 40 anni, l’attore statunitense è sbocciato relativamente tardi, facendosi notare in una serie di film e telefilm, ma con un’immagine molto più giovanile e fresca, apparentemente senza tempo. Un giorno di qualche anno fa però si rende conto di averne abbastanza di Los Angeles e dei suoi tentativi di "mantenerlo giovane" (con tinture per capelli e altri rimedi più o meno invasivi): si trasferisce a New York dove lascia crescere la barba e smette di tingersi i capelli. E' così che ottiene la parte che ha segnato la svolta nella sua carriera. Viene scelto per interpretare il rude pistolero Cullen Bohannon nella serie televisiva Hell on Wheels, ambientata nel 1865 negli Stati Uniti appena usciti dalla guerra civile tra Nord e Sud (potete leggere una recensione della serie proprio su questo blog basta cliccare qui).  Da poco riconfermata, la troupe si appresta a girare gli episodi della terza serie per la rete americana AMC: nessuno si aspettava un tale successo dopo il fenomeno “Deadwood”.




Anson ama il mondo western e la parte che gli è stata assegnata tanto da brillare sul resto del cast: inizia a studiare quel periodo storico tanto turbolento per l’America, a procurarsi decine di libri per poter essere il più coerente possibile nell'interpretazione del personaggio e... hey, voi appassionati di giochi di ruolo: vi suona familiare per caso? A noi di The Young Riders Italia si!
Al di là della sua passione per i cavalli e il Far West, Anson si fa notare anche per le azioni di volontariato successive alla catastrofe rappresentata dall’Uragano Sandy: ama New York come nessun’altra e per questo si rimbocca le maniche, scendendo in strada e lavorando come tutti gli altri. E' arrivato ad organizzare una maratona per raccogliere fondi da devolvere alla ricostruzione delle aree distrutte e ha prestato il nome del suo personaggio per... un collare da cani con stellette da sceriffo e ferri da cavallo in miniatura. Parte del ricavato andrà infatti ad un'associazione che si occupa dei cani e gatti rimasti senza padrone dopo l'uragano Sandy.

Uno scorcio della distruzione lasciata dall'uragano Sandy

Con questo in mente, mettetevi comodi e godetevi quest’intervista decisamente interessante che Anson ha deciso di rilasciare in esclusiva a The Young Riders Italia, un progetto che lo ha entusiasmato da subito. Vi renderete conto da soli che recitare per una serie televisiva per certi versi non è poi tanto diverso dall’interpretare un personaggio in un gioco di ruolo.


Dany: Il tuo lavoro sul personaggio di Cullen Bohannon, protagonista della serie televisiva western Hell on Wheels è stato impressionante.
[Mi interrompe a questo punto per ringraziarmi, pare piuttosto compiaciuto.]
Ce lo presenti inizialmente come un pistolero violento e indurito dalla vita, un uomo privo di sentimenti che uccide a sangue freddo senza mai voltarsi indietro, pur di compiere la propria vendetta. Ma lungo la strada pian piano cambia, reagendo a quanto accade intorno a lui e rivelando che dietro quella facciata da duro si nascondono mille sfaccettature diverse. Nel nostro settore, i giochi di ruolo, a volte capita che alcuni giocatori creino personaggi che restano sempre uguali, senza mai reagire agli stimoli esterni... risultano abbastanza stereotipati e noiosi. Tu che ne pensi?

Anson: Se devo essere onesto, nel mio caso sto cercando di capire lo stato d’animo di Bohannon sin dalla prima serie. Vorrei riuscire a entrare nella sua testa e nel suo cuore: sono due cose completamente diverse nel caso di un pistolero, che non sempre coincidono. La settimana scorsa sono passato dagli sceneggiatori - abbiamo un nuovo team al lavoro sulla terza serie - per salutarli e presentarmi. Siamo finiti a parlare per ore. Volevano sapere da me quello che pensavo di Cullen e del modo sempre diverso con il quale si relaziona con se stesso e il mondo esterno.
Che dire, non è da poco essere coinvolto così tanto nel processo creativo: se dovessi dare la mia opinione direi che hanno iniziato alla grande.

Dany: A questo punto mi viene spontaneo chiederti se c’è qualcosa in particolare che ti aspetti dalla terza serie per il tuo personaggio…

Anson: Cerco sempre di non aspettarmi troppo per i miei personaggi, soprattutto per quanto riguarda una serie televisiva che si prospetta molto lunga. Potremmo visualizzarlo come l'ingresso in una caverna mai esplorata prima: non hai idea di quello che troverai davanti a te man mano che ti ci addentri. Se qualcuno arrivasse e dicesse "Hey ragazzi ho trovato una mappa della caverna!" rovinerebbe tutto il divertimento, non trovi?

Dany: Sono assolutamente d'accordo con te, ma c'è da dire che nell'ultimo periodo ci sono stati un bel po' di cambiamenti, sia per Bohannon che per voi che lavorate allo show… davvero tu che ti immergi così a fondo nella psicologia del tuo personaggio non ti sei fatto un'idea di come andranno le cose?

Anson: Beh diciamo che penso che i recenti eventi che ha vissuto Bohannon presentano alcune meravigliose opportunità per raccontare la sua storia. Quelli che non sono rimasti entusiasti della chiusura della seconda serie continuano a lamentarsi dicendo che è tutto finito e non c’è più nulla da aggiungere... ma... mi prendi in giro???  Proprio quando il tuo personaggio viene messo all’angolo le cose iniziano a diventare interessanti, altrimenti sai che noia! Oh e questo era per rispondere alla tua domanda iniziale!

Dany: Quindi dovremmo aspettarci un Cullen chiuso in se stesso, che ritorna in quello stato mentale nel quale si rifugia quando è arrabbiato o ferito da quanto gli sta succedendo?

Anson: Non sono sicuro di poter rispondere a questa domanda. Se vuoi sapere se Cullen tornerà ad essere quel pistolero violento, sanguinario e vendicativo dell’inizio della prima serie, la risposta è… ma neanche per sogno! Sarà molto più interessante di così, ci puoi scommettere!



Dany: Nel nostro settore la maggior parte delle persone ha un’idea del Far West molto “romantica”. Pensano per esempio che le prostitute fossero una specie di eroine del passato, bellissime e imbellettate, credono che la gente avesse sempre la possibilità di fare il bagno e che mangiassero tutti cibi di prima qualità. So che tu hai studiato moltissimo il periodo della storia americana che va da prima della guerra tra nord e sud fino alla costruzione della grande ferrovia intercontinentale, perchè Hell on Wheels è una serie che dà molta importanza alla coerenza storica (tanto da ricopiare quasi alla perfezione gli abiti dell'epoca). Ci puoi dire una volta e per tutte come andavano le cose? Tutto quello sporco e quella violenza sono elementi piazzati lì strategicamente solo per far salire l’audience?

Anson: Secondo i nostri calcoli la vita massima di una donna dell’epoca, quantizzandola in base alle puntate di Hell on Wheels, era di 18 mesi. Dal momento in cui arrivava aveva altri 17 mesi di storia da raccontare... al massimo. In base ai documenti storici da noi consultati, durante la costruzione della Union Pacific c'era in media, in qualunque cittadina, anche la più piccola, almeno un omicidio al giorno. Bada bene, non una morte naturale. Un omicidio. Nelle carovane improvvisate che seguivano i cantieri della ferrovia il tasso era anche più alto. E' quello che definisco... costruzione attraverso la distruzione.

Dany: So che tu sei un grandissimo appassionato di cavalli e che quando ti hanno proposto Hell on Wheels hai esultato pensando “Wow mi pagano per andare a cavallo tutto il giorno, è grandioso!”. Che ci puoi dire allora dell’esperienza con i cavalli sul set? Li consideravi come colleghi? E ti è piaciuto lavorare insieme a loro?

Anson: I cavalli ben addestrati sono attori migliori della maggior parte di noi umani. Il motivo? E’ presto detto: non mentono mai. Esternano qualunque istinto o pensiero che gli passi per la testa. Sono assolutamente meravigliosi. Ovviamente per lo stesso motivo devi sapere come comportarti quando sei intorno a loro. Durante la lavorazione della seconda serie una mandriana con anni di esperienza alle spalle è riuscita a rompersi il bacino perché non ha saputo dare i giusti comandi a un cavallo addestrato nel bel mezzo di una scena. Ci sono molte cose da imparare e regole da seguire quando si lavora sul set con dei cavalli. 




Dany: Cavoli… e dire che durante le interviste agli attori del Signore degli Anelli non si è mai parlato di queste cose, erano tutti concentrati sul raccontare solo la parte… romantica e divertente dell'avere tanti cavalli su un set!
Ad ogni modo, siamo italiani e sicuramente di parte… ma parliamo di Spaghetti Western. Noi qui amiamo sia la versione “epica”, che si traduce con due nomi che non necessitano spiegazioni, Sergio Leone ed Ennio Morricone, sia quella più leggera, come Lo chiamavano Trinità con Bud Spencer e Terence Hill oppure il Django originale con Franco Nero.
Ti piace il genere oppure da americano doc preferisci il western classico con l'accoppiata John Ford e John Wayne?

Anson: Mi piacciono tutti! Sono un fanatico del genere western e un privilegiato: ne guardo quanti più possibile prima ancora che siano presentati al grande pubblico. In qualche caso confesso di aver persino... rubato. Nell'episodio 5 della seconda serie Bohannon si avvicina al suo avversario mentre sta sostituendo il cilindro della sua pistola senza mai seguire l'operazione con gli occhi. E' una citazione diretta a Il cavaliere pallido, un vecchio film di Clint Eastwood: mi ci sono voluti giorni per perfezionarla.

Dany: Che ne pensi invece di Django Unchained di Quentin Tarantino?

Anson: Ovviamente sono cresciuto guardando western più cupi e come direbbe qualcuno più “pesanti”. Amo Sergio Leone e anche se bisogna dire che Django Unchained è un film piuttosto leggero per i miei gusti, dobbiamo riconoscergli il merito di aver trattato argomenti maledettamente scomodi in modo che tutti potessero capirli. E' evidente durante tutto il film l'amore di Quentin per gli Spaghetti Western, persino nella scelta della colonna sonora.

Dany: A noi puoi dirlo… Bohannon è il risultato di tutti i tuoi studi, delle decine di libri che hai letto sulla costruzione della grande ferrovia o ti sei anche ispirato agli attori del passato, come per esempio Lee Van Cleef o Clint Eastwood?
Ad alcuni di noi sembra che Cullen Bohannon strizzi l'occhio proprio a Clint: più che parlare mugugna e preferisce usare lo sguardo e l'espressione del volto per comunicare. 



Anson: Non penso che si possa lavorare con il genere western ignorando completamente il contributo immenso che gli ha dato Clint Eastwood. Allo stesso modo però non si possono dimenticare nemmeno Budd Boetticher e John Sturges.

Dany: Sei un attore e hai una tua società di produzione. In base a quello che vedi nel tuo settore, pensi che il genere western sia ormai morto e sepolto? A parte il rifacimento de Il Grinta non si  vede un western "puro" da un po' di tempo. Pensa soltanto agli ultimi titoli... come Alieni contro cowboy o lo stesso Django Unchained: dici che possiamo sperare in un nuovo Open Range o Quel treno per Yuma per citarne un paio?

Anson: Beh conosco un sacco di persone appassionate di film sugli sport americani, che però non hanno un grande successo a livello internazionale. Con il Western ormai non si tratta più di film di nicchia. Hai un bacino di pubblico internazionale incredibilmente ampio e questo penso giustifichi anche i grandi investimenti di denaro per creare un Western che soddisfi le aspettative degli amanti del genere. Possiamo dire che il western sta vivendo… uno dei suoi tanti momenti. Abbiamo comunque Django Unchained e Lone Ranger quest'anno, non dimentichiamocelo. Probabilmente questo momento sfumerà, ma io sono certo che il Western risorgerà dalle sue ceneri, prima o poi. Succede a ogni genere cinematografico e suppongo rifletta anche dei momenti culturali che attraversano la società. Altrimenti non mi spiego come mai producano così tanti film horror quando ci sono i Repubblicani alla Casa Bianca.

Dany: Ah beh, in questo periodo anche in Italia le battute politiche si sprecano!
Piuttosto hai un messaggio per i giocatori di The Young Riders Italia prima di salutarci?

Anson: Certo. Al prossimo raduno se indossate gli speroni ricordate di camminare dritti e di non piegare le ginocchia, non è mica facile!

E chissà che uno di questi giorni, a giudicare da quanto si è mostrato entusiasta dell’iniziativa, non ce lo ritroviamo per davvero a un raduno TyR. Il nostro invito, ovviamente, resta valido.

Thank you Anson!


Dany (Gilraen) - Gestore di The Young Riders Italia