lunedì 18 novembre 2013

Diario di viaggio: Gli Old Tucson Studios (AZ) dove hanno girato TyR!




201 South Kinney Road.
Avevo imparato l’indirizzo a memoria ancora prima di partire dall’Italia per paura di darne uno sbagliato al tassista. Vedere gli Studios era un mio sogno da tanto tempo e non volevo rischiare di finire chissà dove rovinando la giornata.
La paura di sbagliare strada si è rivelata completamente infondata poiché è stato sufficiente pronunciare “Old Tucson Studios” per far si che il tassista partisse sicuro verso la nostra meta.

Gli Studios si trovavano a soli 10 minuti dal nostro albergo ma nonostante ciò siamo partiti con largo anticipo per evitare di arrivare “tardi” rispetto all’orario di apertura. Anche in questo caso la paura era totalmente ingiustificata poiché nonostante Tucson sia una cittadina più grande di quello che pensavamo, le strade sono larghe, di facile percorrenza e soprattutto prive del traffico a cui siamo abituati nelle nostre città.

La grande strada a scorrimento ha lasciato quasi subito il posto ad una più stretta che si inerpica fra le colline, dove non c’è quasi nulla eccetto qualche casa isolata e un’infinità di cactus. Una volta raggiunta la vetta della collina, prima ancora di iniziare la discesa sull’altro versante, ci siamo trovati davanti ad una vista meravigliosa della vallata e finalmente in fondo, ai piedi della collina stessa, gli Studios.
Dall’alto il perimetro ci è sembrato a prima vista un po’ piccolo, avevamo visitato solo un paio di giorni prima gli Universal di Los Angeles e forse ci aspettavamo qualcosa di più grande, ma pensandoci bene ci siamo resi conto che gli Studios in realtà non sono confinati all’interno di un piccolo recinto ma si trovavano proprio lì davanti ai nostri occhi: una prateria che si estende a perdita d’occhio da ogni parte, che è stata ed è anche oggi il set di un’infinità di scene di film e telefilm e dove, con un po’ di fantasia, è possibile immaginare i “nostri” corrieri che galoppano veloci in sella ai loro cavalli. 





Una volta arrivati all’ingresso ho lasciato i miei compagni di avventura in coda (per fortuna molto corta) alla biglietteria mentre io ho iniziato a scattare foto ovunque suscitando la curiosità di una ragazza/attrice che impersonava una ballerina del saloon e aveva il compito di intrattenere le persone in fila. Probabilmente ero l’unica ad avere l’aspetto della turista, forse perché la mia era l’unica macchina fotografica che lavorava senza sosta, così la ragazza ha smesso di interessarsi agli altri e si è avvicinata a me chiedendo se quella fosse la prima volta che visitavo l’Arizona e da dove venissi. Abbiamo iniziato a chiacchierare ma purtroppo la conversazione non è durata molto perché i biglietti d’ingresso erano stati fatti ed io non vedevo l’ora di entrare, non potevo perdere altro tempo.

Mi sono letteralmente catapultata attraverso l’ingresso e dopo le prime foto di Main Street ho iniziato ad entrare in tutte le costruzioni presenti lì intorno: l’ufficio del telegrafo, l’ufficio postale, la scuola e un altro edificio dove è stato allestito un piccolo museo con armi d’epoca, vestiti utilizzati in alcuni film tra cui quelli originali della Casa nella Prateria e, finalmente, un quadretto (purtroppo molto piccolo) con le foto dei corrieri di Sweetwater. Una piccola delusione, speravo di trovare qualcosa in più, tra l’altro non è stato nemmeno possibile scattare una foto decente perché il quadro si trovava in un angolino buio con un faro puntato sopra. Gli altri mi venivano dietro con aria pensierosa, sicuri che al termine della giornata sarebbero stati distrutti per aver corso da una parte all’altra senza sosta.
Dopo aver fotografato tutto quello che era fotografabile tra cui, appesi su una vecchia bacheca, manifesti di fuorilegge con relative taglie, e (giusto per rimanere in tema con il gioco) dei fondatori della famosa agenzia Pinkerton, ci siamo diretti verso il Saloon dove di lì a poco sarebbe iniziato uno spettacolo di intrattenimento. 



Lo show è durato circa venti minuti durante i quali quattro ragazze (tra cui quella che si trovava all’ingresso poco prima) hanno ballato e intrattenuto i visitatori/clienti con un sottofondo musicale tipicamente western. 




Finito lo show del Saloon abbiamo continuato il nostro tour degli Studios, siamo passati attraverso i binari della ferrovia, davanti alla vecchia missione (non visitabile in quanto era stata allestita per il set di un film in corso), fino ad arrivare alla Chiesa e al Cimitero, che si trovano più lontano rispetto alle altre costruzioni, leggermente più isolati. 




Abbiamo notato che tutti gli Studios sono stati ricostruiti con molta cura, sembra davvero di trovarsi all’interno di una scena di un film. La zona di Main Street sembra nuova, appena costruita mentre nella parte più lontana ci sono costruzioni vecchie quasi in rovina utilizzate (almeno così ci è stato detto) per girare scene ambientate in città fantasma.
L’unica nota negativa riguarda le zone allestite a tema per Halloween ma per fortuna zucche e fantasmi, che non hanno nulla a che fare con il genere western, erano stati confinati solamente negli angoli più nascosti e non hanno rovinato più di tanto l’ambientazione. 




Percorrendo la strada del ritorno ci siamo fermati presso il piccolo ufficio dello sceriffo, che prima ci ha fatto visitare una vecchia Miniera di carbone e poi ci ha chiuso in cella con l’accusa di furto.
Fortunatamente siamo stati rilasciati quasi subito, dopo essere stati avvisati di guardarci le spalle perché in città girava un pericoloso pistolero. Lo sceriffo aveva ragione, infatti ci siamo quasi subito trovati nel bel mezzo di una sparatoria: si trattava della ricostruzione della morte di James Levy, un irlandese giunto in America come immigrato che aveva deciso di abbandonare il lavoro di minatore per dedicarsi al gioco d’azzardo ed era stato ucciso in un’imboscata proprio a Tucson. 




La mattinata era ormai finita, così ci siamo concessi una veloce pausa pranzo alla locanda dei Pony Express, dove abbiamo trovato l’annuncio di lavoro per il reclutamento di nuovi corrieri, per poi
rituffarci nelle polverose stradine della città, sotto il sole cocente, per altre foto e un’altra ricostruzione.
Questa volta è stato il turno del Ranger Harry Wheeler, coinvolto in una sparatoria in un Saloon di Tucson. 



Nonostante avessimo camminato praticamente tutto il giorno non ne avevamo ancora abbastanza così abbiamo approfittato del tour guidato degli Studios per ascoltarne la storia. Alla fine della visita la guida/sceriffo, ha iniziato a raccontare degli aneddoti particolari su alcuni film che sono stati realizzati a Tucson nel corso degli anni ed io aspettavo con impazienza qualcosa su TyR, ma l’unico accenno è stata la semplice frase “anche The Young Riders è stato girato qui”. In realtà, ma questo l’ho trovato in internet perché lì non l’hanno detto, il telefilm non è stato realizzato interamente a Tucson, la stazione dei Pony Express e tutta Sweetwater ad esempio erano stata ricostruite appositamente a Mescal, un’altra località molto più isolata, anzi praticamente in mezzo al nulla, a circa 30 miglia di distanza (avevo scoperto che è possibile visitare anche Mescal ma questa volta non abbiamo avuto tempo perché siamo partiti la mattina successiva molto presto).

Finito il tour siamo tornati al Saloon per il secondo spettacolo in programma: questa volta le ragazze hanno cantato delle canzoni utilizzate come colonne sonore dei film più famosi. Il risultato complessivo non è stato malvagio ma sarebbe stato sicuramente migliore se avessero evitato di far cantare Bon Jovi ad una donna. Ascoltare Blaze of Glory, colonna sonora di Young Guns II, quasi sussurrata da una voce femminile, per quanto bella, fa veramente venire la pelle d’oca (e non per l’emozione).

Purtroppo la giornata è passata troppo velocemente siamo arrivati all’orario di chiusura senza quasi rendercene conto e così siamo stati costretti a percorrere per l’ultima volta, tristemente, Main Street e a lasciare la città salutando con dispiacere tutti gli abitanti.

L’esperienza è stata più che positiva, sicuramente da ripetere in futuro, magari con tutto il gruppo TyR al completo! Sarebbe il massimo se riuscissimo ad organizzare un raduno a Tucson e scattare le foto davanti ad una bella torta all’interno del saloon.
Chissà…..mai dire mai… per ora mi limiterò a guardare le foto e i filmati che abbiamo fatto e immaginare con nostalgia di trovarmi ancora agli Old Tucson Studios….. where the spirit of the old west comes alive!

Ecco anche un link a un video con le foto più belle del viaggio:

by Susanna