201 South Kinney Road.
Avevo imparato
l’indirizzo a memoria ancora prima di partire dall’Italia per paura di darne
uno sbagliato al tassista. Vedere gli Studios era un mio sogno da tanto tempo e
non volevo rischiare di finire chissà dove rovinando la giornata.
La paura di sbagliare
strada si è rivelata completamente infondata poiché è stato sufficiente
pronunciare “Old Tucson Studios” per far si che il tassista partisse sicuro
verso la nostra meta.
Gli Studios si trovavano
a soli 10 minuti dal nostro albergo ma nonostante ciò siamo partiti con largo
anticipo per evitare di arrivare “tardi” rispetto all’orario di apertura. Anche
in questo caso la paura era totalmente ingiustificata poiché nonostante Tucson
sia una cittadina più grande di quello che pensavamo, le strade sono larghe, di
facile percorrenza e soprattutto prive del traffico a cui siamo abituati nelle
nostre città.
La grande strada a
scorrimento ha lasciato quasi subito il posto ad una più stretta che si
inerpica fra le colline, dove non c’è quasi nulla eccetto qualche casa isolata
e un’infinità di cactus. Una volta raggiunta la vetta della collina, prima
ancora di iniziare la discesa sull’altro versante, ci siamo trovati davanti ad una
vista meravigliosa della vallata e finalmente in fondo, ai piedi della collina
stessa, gli Studios.
Dall’alto il perimetro ci
è sembrato a prima vista un po’ piccolo, avevamo visitato solo un paio di
giorni prima gli Universal di Los Angeles e forse ci aspettavamo qualcosa di
più grande, ma pensandoci bene ci siamo resi conto che gli Studios in realtà
non sono confinati all’interno di un piccolo recinto ma si trovavano proprio lì
davanti ai nostri occhi: una prateria che si estende a perdita d’occhio da ogni
parte, che è stata ed è anche oggi il set di un’infinità di scene di film e
telefilm e dove, con un po’ di fantasia, è possibile immaginare i “nostri”
corrieri che galoppano veloci in sella ai loro cavalli.
Una volta arrivati
all’ingresso ho lasciato i miei compagni di avventura in coda (per fortuna
molto corta) alla biglietteria mentre io ho iniziato a scattare foto ovunque
suscitando la curiosità di una ragazza/attrice che impersonava una ballerina
del saloon e aveva il compito di intrattenere le persone in fila. Probabilmente
ero l’unica ad avere l’aspetto della turista, forse perché la mia era l’unica
macchina fotografica che lavorava senza sosta, così la ragazza ha smesso di
interessarsi agli altri e si è avvicinata a me chiedendo se quella fosse la
prima volta che visitavo l’Arizona e da dove venissi. Abbiamo iniziato a
chiacchierare ma purtroppo la conversazione non è durata molto perché i
biglietti d’ingresso erano stati fatti ed io non vedevo l’ora di entrare, non
potevo perdere altro tempo.
Mi sono letteralmente
catapultata attraverso l’ingresso e dopo le prime foto di Main Street ho
iniziato ad entrare in tutte le costruzioni presenti lì intorno: l’ufficio del
telegrafo, l’ufficio postale, la scuola e un altro edificio dove è stato
allestito un piccolo museo con armi d’epoca, vestiti utilizzati in alcuni film
tra cui quelli originali della Casa nella Prateria e, finalmente, un quadretto
(purtroppo molto piccolo) con le foto dei corrieri di Sweetwater. Una piccola
delusione, speravo di trovare qualcosa in più, tra l’altro non è stato nemmeno
possibile scattare una foto decente perché il quadro si trovava in un angolino
buio con un faro puntato sopra. Gli altri mi venivano dietro con aria
pensierosa, sicuri che al termine della giornata sarebbero stati distrutti per
aver corso da una parte all’altra senza sosta.
Dopo aver fotografato
tutto quello che era fotografabile tra cui, appesi su una vecchia bacheca,
manifesti di fuorilegge con relative taglie, e (giusto per rimanere in tema con
il gioco) dei fondatori della famosa agenzia Pinkerton, ci siamo diretti verso
il Saloon dove di lì a poco sarebbe iniziato uno spettacolo di intrattenimento.
Lo show è durato circa
venti minuti durante i quali quattro ragazze (tra cui quella che si trovava
all’ingresso poco prima) hanno ballato e intrattenuto i visitatori/clienti con
un sottofondo musicale tipicamente western.
Finito lo show del Saloon
abbiamo continuato il nostro tour degli Studios, siamo passati attraverso i
binari della ferrovia, davanti alla vecchia missione (non visitabile in quanto
era stata allestita per il set di un film in corso), fino ad arrivare alla
Chiesa e al Cimitero, che si trovano più lontano rispetto alle altre
costruzioni, leggermente più isolati.
Abbiamo notato che tutti
gli Studios sono stati ricostruiti con molta cura, sembra davvero di trovarsi
all’interno di una scena di un film. La zona di Main Street sembra nuova,
appena costruita mentre nella parte più lontana ci sono costruzioni vecchie
quasi in rovina utilizzate (almeno così ci è stato detto) per girare scene
ambientate in città fantasma.
L’unica nota negativa
riguarda le zone allestite a tema per Halloween ma per fortuna zucche e
fantasmi, che non hanno nulla a che fare con il genere western, erano stati
confinati solamente negli angoli più nascosti e non hanno rovinato più di tanto
l’ambientazione.
Percorrendo la strada del
ritorno ci siamo fermati presso il piccolo ufficio dello sceriffo, che prima ci
ha fatto visitare una vecchia Miniera di carbone e poi ci ha chiuso in cella
con l’accusa di furto.
Fortunatamente siamo
stati rilasciati quasi subito, dopo essere stati avvisati di guardarci le
spalle perché in città girava un pericoloso pistolero. Lo sceriffo aveva
ragione, infatti ci siamo quasi subito trovati nel bel mezzo di una sparatoria:
si trattava della ricostruzione della morte di James Levy, un irlandese giunto
in America come immigrato che aveva deciso di abbandonare il lavoro di minatore
per dedicarsi al gioco d’azzardo ed era stato ucciso in un’imboscata proprio a
Tucson.
La mattinata era ormai
finita, così ci siamo concessi una veloce pausa pranzo alla locanda dei Pony
Express, dove abbiamo trovato l’annuncio di lavoro per il reclutamento di nuovi
corrieri, per poi
rituffarci nelle
polverose stradine della città, sotto il sole cocente, per altre foto e
un’altra ricostruzione.
Questa volta è stato il
turno del Ranger Harry Wheeler, coinvolto in una sparatoria in un Saloon di
Tucson.
Nonostante avessimo
camminato praticamente tutto il giorno non ne avevamo ancora abbastanza così
abbiamo approfittato del tour guidato degli Studios per ascoltarne la storia. Alla
fine della visita la guida/sceriffo, ha iniziato a raccontare degli aneddoti
particolari su alcuni film che sono stati realizzati a Tucson nel corso degli
anni ed io aspettavo con impazienza qualcosa su TyR, ma l’unico accenno è stata
la semplice frase “anche The Young Riders è stato girato qui”. In realtà, ma
questo l’ho trovato in internet perché lì non l’hanno detto, il telefilm non è
stato realizzato interamente a Tucson, la stazione dei Pony Express e tutta
Sweetwater ad esempio erano stata ricostruite appositamente a Mescal, un’altra
località molto più isolata, anzi praticamente in mezzo al nulla, a circa 30 miglia
di distanza (avevo scoperto che è possibile visitare anche Mescal ma questa
volta non abbiamo avuto tempo perché siamo partiti la mattina successiva molto
presto).
Finito il tour siamo
tornati al Saloon per il secondo spettacolo in programma: questa volta le
ragazze hanno cantato delle canzoni utilizzate come colonne sonore dei film più
famosi. Il risultato complessivo non è stato malvagio ma sarebbe stato
sicuramente migliore se avessero evitato di far cantare Bon Jovi ad una donna.
Ascoltare Blaze of Glory, colonna sonora di Young Guns II, quasi sussurrata da
una voce femminile, per quanto bella, fa veramente venire la pelle d’oca (e non
per l’emozione).
Purtroppo la giornata è
passata troppo velocemente siamo arrivati all’orario di chiusura senza quasi rendercene
conto e così siamo stati costretti a percorrere per l’ultima volta,
tristemente, Main Street e a lasciare la città salutando con dispiacere tutti
gli abitanti.
L’esperienza è stata più
che positiva, sicuramente da ripetere in futuro, magari con tutto il gruppo TyR
al completo! Sarebbe il massimo se riuscissimo ad organizzare un raduno a
Tucson e scattare le foto davanti ad una bella torta all’interno del saloon.
Chissà…..mai dire mai…
per ora mi limiterò a guardare le foto e i filmati che abbiamo fatto e immaginare
con nostalgia di trovarmi ancora agli Old Tucson Studios….. where the spirit of
the old west comes alive!
Ecco anche un link a un video con le foto più belle del viaggio:
by Susanna