martedì 23 ottobre 2012

Addio a Russell Means, attivista e attore


L'attore e attivista nativo americano Russell Means, appartenente alla tribù Oglala Sioux, si è spento domenica 21 Ottobre nel suo ranch di Porcupine, South Dakota. Da tempo malato di cancro all'esofago, Means aveva scelto di sospendere la chemioterapia per affidarsi ai metodi di cura tradizionali dei nativi americani, sostenendo, con grande serenità, di essere consapevole che il suo tempo a disposizione era ormai agli sgoccioli.

Nato nel 1939, Means diventò un leader di spicco dell'American Indian Movement nel 1968, lottando per la difesa dei diritti dei nativi americani e riuscendo a puntare i riflettori e le telecamere sulle condizioni, spesso pietose, degli indiani americani, a cominciare dalla riserva nella quale era nato e cresciuto, quella di Pine Ridge. Partecipò con suo padre all'occupazione di Alcatraz nel 1964, ma i suoi blitz, da quello al Mount Rushmore a quello negli uffici del Bureau of Indian Affairs suscitarono un enorme clamore a livello nazionale e internazionale.

Dal 1992 partecipò a svariati film e telefilm, sebbene il ruolo per il quale sarà sempre ricordato è quello del capo Mohicano Chingachgook in L'ultimo dei Mohicani. Proprio sul set di questo film conobbe l'allora giovanissimo Eric Schweigh, che interpretava il ruolo del figlio di Chingachgook, Uncas. Eric, che si sentiva discriminato e non aveva mai avuto una famiglia stabile che lo supportasse, aveva grossi problemi di alcolismo e tendenze suicide. Russell Means allora decise di adottarlo ufficialmente proprio durante il corso delle riprese e ha giocato un ruolo fondamentale nella sua vita, trasformandolo in un uomo nuovo e a sua volta attivista nativo.

Proprio in queste ore il Los Angeles Times ha dichiarato Russell Means il nativo americano più famoso e influente dai tempi di Toro Seduto e Cavallo Pazzo.

Nonostante le ombre sulla sua vita e i periodi bui, Means è stato riconosciuto come leader carismatico dalla sua gente. Numerose le veglie in suo onore e le iniziative per ricordarne la vita nelle riserve americane e canadesi.


martedì 16 ottobre 2012

Sweetwater: fatti e fiction



I nostri iscritti sapranno che il gioco di ruolo play-by-e-mail che portiamo avanti da anni è ambientato in una piccola cittadina di confine: Sweetwater, in Nebraska. Il telefilm di riferimento del gioco, I ragazzi della prateria (The Young Riders) ha offerto nel corso delle tre stagioni molti scorci di questo piccolo e polveroso agglomerato di case in mezzo al nulla, dandoci un'idea piuttosto precisa di quello che doveva essere la minuscola cittadina poco lontana dalla stazione di posta.

Quello che molti si sono chiesti è... ma Sweetwater esisteva davvero?

In Nebraska vi è ancora oggi una piccola città che si chiama "Sweetwater", nella contea di Buffalo, più o meno dove gli sceneggiatori del telefilm hanno ambientato TyR. E' molto vicina al Mud Creek, un affluente del più grande South Loup River e il suo nome, che tradotto vuol dire "Acqua Dolce", deriverebbe dalle sorgenti dolci che alimentavano proprio il Mud Creek. Non molti sanno però che il Mud Creek all'epoca non era altro che... lo Sweetwater Creek! Nel corso degli anni infatti il ruscello è diventato sempre più piccolo e sporco, quindi il nome è cambiato in "Mud", ovvero "Fango". Secondo gli archivi storici esisteva addirittura un ponte fatto di tronchi per attraversare il piccolo fiume con carri e cavalli: divenne inutile quando la portata del Mud Creek si ridusse tanto da poterlo attraversare a piedi.



Sappiamo che qui il primo ufficio postale (attenzione, parliamo di "ufficio postale" e non di stazione di posta, quelle utilizzate dai pony express) vero e proprio aprì nel 1874, ovvero dopo la Guerra Civile americana, anni dopo il 1861, in cui è ambientata la serie televisiva, quindi si tratta di una "licenza poetica" se così vogliamo definirla...

Nel 1886 la ferrovia arrivò a mezzo miglio circa da Sweetwater: l'afflusso di gente aumentò, aiutando la cittadina ad espandersi, salvo poi essere distrutta quasi del tutto da un tornado particolarmente violento nel 1890.

Oggi Sweetwater è un microscopico centro abitato in mezzo alle praterie del Nevada. Restano soltanto pochissimi segni della vecchia città dei pionieri, a differenza per esempio di Cody, la città fondata da Buffalo Bill Cody, che ha preservato gli antichi edifici in una zona ora definita la "Cody storica", e che permette ancora ai turisti di passeggiare in mezzo a case e negozi in legno, con le piattaforme e le vecchie insegne forse non proprio restaurate alla perfezione, ma che proprio per questo riescono a trasmettere emozioni uniche.

Pur non sapendo quindi con certezza se I ragazzi della prateria fosse ambientato proprio nella Sweetwater che si trova nella Contea di Buffalo, lasciamo qui come riferimento alcuni video della cittadina ricostruita tratti proprio dalla serie televisiva.


(Qui sono visibili il negozio del sarto, Main Street, l'esterno dell'ufficio dello sceriffo Sam Caine e alcuni dei personaggi, da Emma Shannon ai corrieri.)



(La stazione di posta di Sweetwater, l'interno dell'ufficio dello sceriffo, l'esterno dell'emporio, un duello finito male su Main Street.)


(Un fanvid che mostra molte scene di Sweetwater, della stazione di posta, dei corrieri e dello sceriffo durante una delle loro scorribande.)


domenica 7 ottobre 2012

National Geographic Agosto 2012




 Se aveste ancora la possibilità di reperire il National Geographic del mese di Agosto (2012), segnaliamo nella versione italiana uno speciale molto interessante, lo "Spirito dei Sioux - All'ombra di Wounded Knee" (Qui il link al sito ufficiale). Ho personalmnente letto la versione americana, che dedica molto più spazio ai nativi sin dalla copertina, ma più o meno è simile a quella italiana, che invece hanno acquistato i nostri iscritti.

Lo speciale racconta in modo a volte crudo ed estremamente onesto le contraddizioni dei nativi americani oggi. Le cicatrici che ancora li segnano, a partire dal massacro di Wounded Knee alla segregazione nelle riserve, oggi diventate luoghi dove si registrano tassi di alcolismo e suicidi altissimi, alla difficoltà di trovare spazio nella società moderna.


Vale assolutamente la pena di ordinarlo in edicola!

lunedì 1 ottobre 2012

Hatfields & McCoys




 
La saga degli Hatfields & McCoys non è molto conosciuta in Italia, se non dai veri appassionati della storia del Far West. Si tratta della storia di due famiglie che, per motivi futili e fraintendimenti vari, danno vita a una sanguinosissima faida appena dopo la Guerra Civile americana, trascinandola per decenni e coinvolgendo anche figli e nipoti. La lunga faida (iniziata nel 1863 e conclusasi nel 1891)  rischiò addirittura di far scoppiare una guerra tra Kentucky e West Virginia e si, avete letto bene: è una storia vera.

In America si dice ancora, di due persone che litigano e restano ferme sulle proprie posizioni, che sono degli "Hatfield & McCoy".
Ebbene quest'estate History Channel ha dedicato la sua primissima miniserie in tre puntate a questa saga. Gli attori? Kevin Costner, Tom Berenger, Bill Paxton, per citarne qualcuno.

Consiglio a tutti di guardare questa serie a dir poco meravigliosa, realistica, coinvolgente ed estremamente interessante. Finalmente il Western, in genere bistrattato, tranne che per qualche sporadico episodio (Deadwood, Hell on Wheels), torna a risplendere anche in televisione, mietendo successi grazie al lavoro degli attori, ma anche degli sceneggiatori e del regista, che l'ha definito un "Western sporco".

Per coloro che non avessero avuto modo di guardarla in televisione, qui c'è il link per acquistare il dvd: Hatfields & McCoys box set e invece QUI quello alla pagina di History Channel dedicata alla serie, con tanti video e informazioni sui personaggi.